Si può pignorare la prima casa?

La prima casa può essere pignorata ma bisogna distinguere se il soggetto creditore è un Ente pubblico o privato. Come evitare il pignoramento? Se intesa, la prima casa, come l’unico immobile di proprietà in cui il debitore ha la residenza anagrafica la pignorabilità dipende dal soggetto creditore: se è l’Ente della Riscossione, il pignoramento è escluso; se è un soggetto privato la procedura di pignoramento avviene secondo le regole ordinarie.

 

Per sottrarre l’immobile al pignoramento e alla successiva vendita all’asta la legge offre diverse possibilità legali. Se il debitore ha contratto dei debiti nei confronti di soggetti privati l’immobile potrà subire la procedura di pignoramento che si conclude con la vendita all’asta. Cosa intendiamo come soggetti privati? S’intende sia privati cittadini sia istituti bancari con cui è stato stipulato un mutuo; in pratica qualsiasi altro soggetto che non siano lo Stato e l’Amministrazione finanziaria.

Invece può non essere assolutamente oggetto di pignoramento, in base alla legge n. 69 del 2013, se l’immobile di proprietà vede come titolare del credito l’Agenzia delle Entrate o Equitalia.

Anche in questo caso però il divieto di pignoramento può essere applicato se l’immobile in questione è dove il debitore ha la residenza anagrafica e la casa non rientri nella categoria di immobili di lusso.

Inoltre si può evitare il pignoramento della prima casa, appellandosi alla c.d. legge salva suicidi, legge n.3 del 2012, nel caso in cui l’ammontare dei debiti sia sproporzionato alle attuali condizioni economiche del soggetto insolvente.

Questa via di uscita dal pignoramento della propria abitazione è riservata ai soggetti non fallibili, quindi alle piccole imprese con fatturato inferiore a 200 mila euro negli ultimi tre esercizi, ai semplici consumatori, agli enti no profit, ai professionisti, alle start up innovative e alle aziende agricole.

Un’ulteriore strategia è arrivare ad una transazione con il creditore. La procedura sicuramente non porta a una risoluzione in breve tempo e il creditore potrebbe accettare un’offerta che sia minore dell’ammontare originario ma che d’altra parte riduca i tempi della iter di pignoramento.

Una conseguenza per evitare la confisca della casa è la mancata vendita dell’immobile all’asta. Infatti il prezzo si potrebbe abbassare da costringere il giudice a disdire la vendita poiché il ricavata non basterebbe a saldare i debiti. La chiusura anticipita dell’esecuzione forzata salva la casa, la scelta però è rimessa alla discrezionalità del giudice.