La pandemia causata dal Coronavirus ha modificato le relazioni interpersonali, le abitudini e tutte le attività che prima erano considerate quotidiane. Questo avrà un impatto davvero importante nei confronti della crescita economica del nostro paese.
Standard & Poor’s evidenzia come l’impatto della pandemia porterà ad una forte riduzione della crescita per il 2020 che si perpetuerà anche nel 2021.

Molti settori registreranno, e già registrano, un tracollo notevole ma ci si chiede come il mercato immobiliare reagirà a questa situazione.
Per poter rispondere dobbiamo analizzare alcuni aspetti:

• le previsioni delle società di consulenza;
• cosa faranno gli investitori e le banche;
• verso quali immobili si orienteranno le famiglie nel futuro.

Nel quarto trimestre del 2019 abbiamo osservato come il Pil sia calato dello 0,3% accompagnato da un continuo ristagno dei prezzi degli immobili oltre che, in alcune zone d’Italia, un ribasso del prezzo medio di vendita.
Secondo Nomisma, che ha diffuso i dati del suo Osservatorio, nel 2020 a causa della crisi scatenata dal virus che ha coinvolto molti settori, come in particolare quello del turismo, ci sarà un numero di compravendite inferiore rispetto all’anno precedente (650.000) di almeno 100.000 mentre nel 2021, si prevede, saranno 200.000 in meno. Questo è determinato direttamente dagli effetti che il Covid-19 sta causando nel mondo del lavoro, provocando un aumento del tasso di disoccupazione e di conseguenza un impoverimento degli investitori.
Nomisma però prevede che, nonostante ci sarà una minore domanda per l’acquisto dell’immobile, non ci sarà una diminuzione del costo casa, proprio come accaduto nel 2008 con il fallimento di Lehman Brothers.

Bisogna però, per avere un quadro più completo, tenere presente possibili scenari che potrebbero verificarsi a seconda di quanto grave sarà la recessione. Nel mercato delle compravendite, in riferimento al comparto residenziale, il fatturato nel 2020 potrebbe calare da 9 a 22,1 miliardi rispetto al 2019 e, considerando che la crisi non sarà breve, si calcola che in tre anni la perdita possa essere di ben 122 miliardi.
Pur sempre ipotesi, queste analisi sono state eseguite sempre da Nomisma, che si basa su modelli collaudati negli anni. La stessa agenzia sottolinea come il settore immobiliare non ha ripercussioni immediate e solo sul medio o lungo periodo si potrà comprendere in che direzione si sta andando. Come reagirà quindi un investitore che vedrà una perdita di reddito dovuto al Covid-19? Come reagiranno le banche nell’emissioni di mutui? Si temono conseguenze negative ma per capire quale sarà l’andamento reale bisogna necessariamente attendere il termine del periodo d’emergenza.

Alla fine della crisi, uno dei settori maggiormente coinvolto e che avrà una rapida ripartenza sarà proprio quello degli immobili. Specie per le famiglie più numerose che dopo l’esperienza del lockdown daranno molta più importanza all’acquisto di un immobile con un locale in più, piuttosto che per l’acquisto di un automobile nuova, per permettere una divisione migliore in famiglia degli spazi per smartworking o lezioni di didattica online. Si cercheranno occasioni nel panorama immobiliari e il mercato delle aste sarà motore di ripartenza della compravendita immobiliare.